Andrea Bacchetti è una forza della natura. Con la sua figura minuta, nervosa, piena di energia, nei concerti dal vivo riesce sempre a irretire gli ascoltatori, nelle grandi sale internazionali come nelle realtà più piccole, di provincia, che non disdegna mai (come quando si è esibito nel bel festival di Valceno Arte, catturando con anche le sue brillanti presentazioni, la curiosità del pubblico, stipato in una piccola chiesetta arroccata sull'Appennino emiliano). Le sonate di Scarlatti sono tra i cavalli di battaglia di questo ex enfant prodige (debuttò a 11 anni a fianco dei Solisti Veneti e di Claudio Scimone), che ha conquistato una grande fama anche come interprete bachiano. In questo cd (che gli è valso l'International Classical Music Award 2014) ha estrapolato dieci Sonate da un manoscritto della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, recentemente restaurato (lt. IV, 201) e pubblicato insieme a Marco Marcarini. Nel booklet, un breve testo di Anna Claut, studiosa presso la Biblioteca marciana, illustra questa ricerca musicologica. Anche in queste Sonate, che non sono tra le più eseguite di Scarlatti, Bacchetti sfoggia la sua grande verve, l'istinto musicale, ma sempre unito a una grande intelligenza, e a una tecnica raffinatissima, un tocco controllato. Non stacca tempi veloci, non fa esibizione di virtuosismo, cura l'articolazione di ogni frase e le sfumature di colore. Non ricerca il suono del clavicembalo, ma il bel suono pianistico (su un Fazioli), levigato, talvolta al limite della leziosità. Esegue queste sonate con leggerezza, con un respiro lento e molto "italiano", quasi pensando a degli ariosi.
Gianluigi Mattietti