Milano, 11 giugno 2017 - Imprevedibile e geniale, passa dalla musica colta alla televisione trash, pianista preferito di Chiambretti è stato ospite fisso nelle sue trasmissioni. Andrea Bacchetti si esibirà con i flautisti Maxence Larrieu e Giuseppe Nova, domani alle 21, per Serate Musicali, alla Sala Verdi del Conservatorio. In programma "Trio in Sol" di Kulhau, "Trois Duos pour deux Flûtes avec de Piano tirés des oeuvres de Mendelssohn et de Lachner op.33" di Bohm, "Paraphrase en souvenir de Adelina Patti" sulla

Sonnambula di Vincenzo Bellini, "Tre duetti da Don Giovanni e Flauto Magico" di Mozart, "Andante e Rondò" e "Fantasie et Variations sur des motifs de l'Opera Rigoletto de Monsieur Verdi pour deux flûtes et piano" di Doppler.
Ex bambino prodigio, allievo prediletto di Berio, il trentanovenne pianista genovese racconta:
«Il programma nasce dall'incontro fra i due straordinari flautisti, io sono arrivato dopo, conosco bene Nova con cui già collaboro e ritengo Larrieu uno dei maggiori flautisti al mondo».

È un grande solista, come si trova a suonare con gli altri?
«Splendidamente. Da bambino mi dicevano che non avrei suonato musica da camera, gli insegnanti pensavano che non fossi portato. Con il passare del tempo sono aumentate le mie collaborazioni cameristiche e ognuna mi arricchisce, suono con Uto Ughi, Rocco Filippini e Antonella Ruggiero, sono persone meravigliose, di grande sensibilità».

Ha esordito come bambino prodigio.
«Ho debuttato a undici anni al Conservatorio Verdi con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone e poi sono iniziate le tournée europee, gli incontri con i grandi Maestri. Fra loro Luciano Berio: ci siamo conosciuti a Salisburgo, avevo dodici anni e ho iniziato subito a studiare con lui, siamo stati vicini fino a pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta nel 2003. Era burbero e generoso».

Si è mai sentito un fenomeno?
«Mai. A sedici anni ho capito che la didattica che avevo intrapreso non era più consona a ciò che stavo cercando, volevo smettere di suonare. Su suggerimento di Berio sono entrato all'Accademia di Imola e ho ricominciato. Non giudico la mia tecnica, ma sono un essere musicale. Mi sono laureato in Scienze politiche, ma non so se lascerò mai la musica, studio ore e ore, non mi stanco mai di stare al pianoforte».

Ha collaborato con Antonella Ruggiero.
«Tutte le sue canzoni sono arrangiate con il pianoforte classico, un gran bel disco. Mi piacerebbe lavorare ancora con gli artisti della musica leggera, un panorama vasto e curioso. Antonella è intelligente e umile, non se la tira per niente, si sente una donna "della spesa" come io mi sento "un operaio" della musica. Anche per questo ci siamo trovati immediatamente in sintonia».

Serate Musicali, domani alle 21, Sala Verdi del Conservatorio, via Conservatorio 12.