Quattro concerti per festeggiare il decennale della rassegna L'Archivio Musicale Guido Alberto Fano, organizzatore di LidoMusicAgosto dall'estate del 2008 - dal 2012 in sinergia con la Fondazione Musicale Omizzolo-Peruzzi di Padova - ha presentato anche questo agosto un programma di qualità di rara esecuzione, che ha attirato un folto pubblico nel chiostro della chiesa di San Nicolò del Lido di Venezia. (...)
L'ultimo appuntamento ha messo insieme il tenore Marcello Nardis (Roma, 1° novembre 1979) e il pianista
Andrea Bacchetti (Uscio, Genova, 1977), ex enfant-prodige, già ospite gradito dei concerti dell'Archivio
Fano alla Fenice e al Lido. Pur se le occasioni di esibirsi sono poco frequenti, il duo ha dimostrato un
convincente affiatamento. Bacchetti ha assecondato con discrezione la vocalità di Nardis, capace di
abbandonarsi alle emozioni nel canto, possedendone un perfetto controllo nei suoi aspetti tecnici.
Rispetto all'ordine indicato nel programma di sala, il duo ha esordito eseguendo "Sensazione"
di Silvio Omizzolo (Padova, 1905 - 1991), pianista concertista in varie formazioni di musica da camera,
didatta nei conservatori di Rovigo, Vicenza, Venezia e Padova. Stimato da molti musicisti del suo tempo,
fra cui Gian Francesco Malipiero, Luigi Dallapiccola e Giorgio Federico Ghedini, Omizzolo è fra coloro
che nel secondo dopoguerra si avvicinano alla dodecafonia con curiosità e interesse, pur senza aderirvi
in modo rigoroso.
Il concerto è proseguito con l'esecuzione di "Cinque canti", di Guido Alberto Fano (Padova,
1875 - Tauriano di Spilimbergo, 1961), pianista concertista, direttore d'orchestra, insegnante e compositore
sia di musica pianistica, che da camera e sinfonica. Musicista dai vari aspetti, nelle sue opere più ardite
la ricerca e la sperimentazione cromatica si spingono alle soglie dell'atonalità.
A questo punto, forse per consentire a Nardis di concentrarsi in vista del lungo e impegnativo lavoro
conclusivo, Bacchetti ha eseguito una composizione di Bach, scelto all'ultimo istante in sostituzione del
previsto Mozart, "perché volevo cimentarmi con un pezzo che ho iniziato a suonare da poco",
scusandosi con il pubblico per una resa non eccezionale, dovuta al manifestarsi di una forte emicrania.
Finalmente giunge il momento di ascoltare forse il più vario e perfetto fra i cicli di Lieder di Robert
Schumann (Zwickau, Sassonia, 8 giugno 1810 - Endenich, Bonn, 29 luglio 1856), "Dichterliebe"
(Amore di poeta), op.48, che risale al 1840, e il cui testo consiste di liriche di Heinrich Heine (Dusseldorf,
13 dicembre 1797 - 17 febbraio 1856). Ottima l'interpretazione di Marcello Nardis, che ha declamato con
passione ed eleganza i versi di uno fra i più grandi poeti della Germania, anche se è quello che il
popolo tedesco ama e conosce di meno. Heine amava con tutto il cuore il Lied popolare genuino che aveva
nell'orecchio e nell'anima fin da bambino. La Natura che addolcisce i dolori degli amori infelici è stata
messa in musica in maniera espressivamente lirica, dovuta forse alla sensibilità letteraria di Schumann,
sentimentalmente legato alla moglie Clara, che gli sarà accanto nella sua breve e dolorosa esistenza fino
all'esalazione dell'ultimo respiro. Bacchetti ha commentato in maniera armoniosa una linea vocale calma
e flessibile, con tocchi delicati accanto ad episodi veementi che hanno favorevolmente impressionato una
platea ammutolita ed attonita. Applausi generosi e convinti hanno fatto ritornare i musicisti sul proscenio
a riproporre una bella poesia da "Dichterliebe".
Per concludere, tra le molte incisioni del pianista, merita una segnalazione il recente CD "Fano-Omizzolo.
Opere per violoncello e pianoforte" (Tactus), con la partecipazione di Rocco Filippini. Un disco da
ascoltare, perché consente di apprezzare due compositori padovani poco eseguiti, tardo romantici (nel caso
di Fano, nelle "Rimembranze", per pianoforte solo, composte a soli 17 anni nel 1892) o con
reminiscenze brahmsiane (come nella "Sonata in re minore per violoncello e pianoforte", anche
questa di Fano, dedicata al suo maestro Giuseppe Martucci), o che sanno sfruttare le possibilità naturali
del violoncello, come accade nella "Sonata breve" del 1970 per violoncello e pianoforte, composta
da Omizzolo per un amico avvocato, violoncellista dilettante.