Andrea Bacchetti in Auditorium a Milano
I concerti da camera della domenica mattina hanno trovato ieri sul palcoscenico dell'Auditorium
milanese il pianista Andrea Bacchetti, uno dei migliori interpreti italiani del repertorio
settecentesco. Bacchetti, presenza costante nelle sale da concerto di Milano, ha in Bach
la sua massima frequentazione artistica.
Il programma di ieri prevedeva infatti un concentrato bachiano che circondava le celebri
Variazioni Goldberg, eseguite senza ritornelli anche per ragioni di tempo, da altri importanti
lavori quali la Toccata in mi min. BWV 914, Wer nur den lieben Gott labt walten BWV 691,
i deliziosi Preludio n.1 dal C.B.T. e il Minuetto in Sol maggiore - brano di apparente
semplicità con il quale si cimentano tutti i pianisti alle prime armi - e infine la nota Suite francese
in sol magg. N.5 BWV 816. I lavori sono stati eseguiti senza soluzione di continuità quasi
a sembrare un'unica lunga suite di quasi sessanta minuti. L'interpretazione di Bacchetti ci
è apparsa elegante e determinata. Si nota da subito la completa interiorizzazione del materiale
musicale da parte del pianista genovese, la tecnica è sovrabbondante e l'espressività di alto
livello. Permangono, in alcuni frangenti, nelle Goldberg, frettolosità temporali riferite ai
movimenti più lenti che meritavano più respiro. Dopo una brevissima pausa Bacchetti ha ripreso
il concerto con il Larghetto in sol di J.H.Hasse e Cinque sonate dal Manoscritto restaurato di
Domenico Scarlatti. Bellissime le interpretazioni ascoltate. Nelle sonate scarlattiane il pianista
ha dato prova di eccellente sintonia col Settecento italiano. Di estrema qualità il primo bis
proposto con l'intero Concerto Italiano di Bach, con un movimento centrale meditato e profondo,
quindi un inatteso Chopin con un eccellente Studio, un breve brano di Villa Lobos
"Pulcinella", e un elegante arrangiamento jazz di Bacchetti stesso del noto
"Over the rainbow". Lunghi applausi. Da ricordare.
6 ottobre 2014 - Cesare Guzzardella