Andrea Bacchetti alle Serate Musicali
Ieri sera, in Sala Verdi, il pianista genovese Andrea Bacchetti ha impaginato in modo intelligente
il programma pianistico, un impaginato che prevedeva prima Bach e poi, con una brevissima sosta di pochi
secondi, Mozart.
Bacchetti ha alternato 3 Suite francesi (n.5-2-1) e 2 Suite inglesi (n.5-2) terminando con
il celebre Concerto Italiano BWV 971, in continuità, come fosse un unico brano e senza ritornelli.
Il risultato complessivo si è rivelato eccellente. In questo geniale compositore, il genovese è uno dei
massimi interpreti italiani, probabilmente il migliore. La chiarezza espressiva della componente melodica,
l'equilibrio delle parti, i validi contrasti dinamici e la sicurezza con cui esegue brani perfettamente
interiorizzati hanno portato ed un'esecuzione di alto livello estetico. Valutazione diversa per Mozart.
Bacchetti ha iniziato in modo eccellente proponendo prima la celebre Fantasia in re minore K397 e
poi il Rondò in re maggiore K485. Specie nella Fantasia la chiarezza espressiva di ogni
componente musicale, i dettagli precisi e la bella sonorità timbrica hanno rivelato un Mozart di rilevante
profondità espressiva. La Sonata in si bem. magg. K333 eseguita a conclusione l'abbiamo trovata un
po' squilibrata. La scelta di un'esecuzione con andature più lente di quelle utilizzate dai grandi interpreti
del passato ha reso eccessive la ripetizione delle parti. Era forse meglio non ripetere i ritornelli per una
resa adeguata alle andature. Valide le qualità timbriche. La splendida sintesi discorsiva della prima parte
del concerto ha trovato contrasto con l'eccessiva dilatazione della nota Sonata mozartiana. Positivo il bis
proposto con un Improvviso (n.2 D 935) di Schubert. Da ricordare.
10 maggio 2016 Cesare Guzzardella