Con gioia abbiamo ritrovato al Coccia di Novara, a pochi giorni dal concerto vercellese con la Camerata ducale, il bravo e
simpatico pianista Andrea Bacchetti, impegnato questa volta in duo col violinista/violista Domenico Nordio (Primo Premio
Viotti 1987 con Y. Menuhin presidente della giuria).
I due solisti hanno presentato ieri sera, 25 gennaio, un bel programma che si snodava dal Beethoven ancora "viennese" della
Sonata op. 12 n.1 in re maggiore al giovanissimo Mendelssohn della Sonata in fa minore op. 4 per violino e pianoforte (scritta
nel 1823, a soli quattordici anni!), attraverso una serie di pezzi "minori", ma pregevolissimi di Hausmusik tipicamente
ottocentesca, quali il Notturno per viola e pianoforte in re maggiore op. 42 di Beethoven (ma trascrizione di una originale
Serenata op. 8 per violino, viola e violoncello) e due gioielli schumanniani: le tre Romanze per violino e pianoforte op.94 e
i Marchenbilder per viola e pianoforte. Crediamo che il duo Bacchetti Nordio sia attualmente fra i migliori oggi in Italia e
di questa eccellenza ha dato piena conferma nella serata novarese, entusiasmando il pubblico presente con la perfetta intesa
fra i due strumenti e con l'interpretazione dei brani proposti. La tecnica assoluta dei due maestri non sfocia mai in virtuosismo
ad effetto (peraltro raramente sollecitato dalle pagine eseguite), ma penetra nelle profonde nervature della partitura, per
offrirne l'intima essenza del pensiero musicale, con una straordinaria limpidezza di suono, in cui non va perduta una nota,
sia nella struttura armonica, sia nel fraseggio della melodia, sostenuta da una timbrica sempre raffinatissima, mirabile addirittura
nei Marchenbilder di Schumann, ove l'impasto di viola e pianoforte creava un'atmosfera di lirismo struggente e malinconico davvero
incantevole. La prova dell'intelligenza interpretativa di Bacchetti e Nordio è per noi costituita da un pezzo come la sonata
beethoveniana, che richiede grande delicatezza e finezza per renderne adeguatamente la mutevole alternanza di sfumature, specie
nell'Andante con variazioni centrale e nel Rondò finale: di assoluta bellezza l'esecuzione del duo, capace di trascorrere dalla
limpida cantabilità del tempo lento, alle asprezze di certi passaggi del Rondò, al drammatico La minore della terza variazione.
Degno di particolare menzione ci pare il violino di Nordio nel Notturno di Beethoven, di cui ha saputo restituire stupendamente
i raffinati ricami sul registro acuto delle quattro corde, e nelle Romanze di Schumann, la cui effusa e patetica cantabilità la
bella cavata di Nordio ha espresso nel modo più suadente. In chiave di pura, tenuissima musicalità viennese la lettura che Nordio
e Bacchetti hanno dato del precoce lavoro di Mendelssohn. Ben tre bis, lo splendido Milstein notturno di Chopin, Per Caterina
di Maderna (inaudito 900 avanzato per le abitudini d'ascolto dei novaresi...) e l'Adagio da una sonata di Bach, hanno concluso
un concerto che a Novara si ricorderà a lungo.