Ten pianists to Bach may suffice
Sunday, September 18th 2016, 9:00 p.m.
San Bartolomeo Church - dei Servi Street, Modena (Italy)
Johann Sebastian Bach
Goldberg Variations
Come si mangia un elefante intero? Una fettina al giorno. Come lo si mangia in un giorno solo?
Una fettina a testa, ma bisogna essere in tanti. È una sfida, una gara anche quella, ma non è tra concorrenti: è una
gara per raggiungere un obiettivo. È ciò che si chiama "gioco a somma diversa da zero", nel quale non c'è
uno che perde e uno che vince, ma la possibilità di vincere tutti, collaborando.
È a questa forma di "gara" che GMI ha pensato, proponendo al FestivalFilosofia, per il proprio ormai consueto
concerto annuale, inserito nel programma, l'esecuzione di uno dei maggiori monumenti della musica e dell'arte dell'Occidente
(non precisamente un elefante): le 30 "Variazioni Goldberg" di Johann Sebastian Bach, affidate a dieci pianisti;
tre a testa, una fettina nemmeno tanto piccola.
Cercando un po' di metodo in questa semifollia: eseguire tre variazioni consecutive non è semplicemente dividere per dieci
l'opera bachiana, è anche metterne in rilievo la struttura intima, che è appunto basata sul numero tre. È come una cattedrale
con trifore che armonicamente ne scandiscano la forma: e a Modena abbiamo con il nostro Duomo un esempio straordinario di
cattedrale i cui fianchi, al netto delle aggiunte, sono originariamente rigorosamente ritmati dal numero tre. Se è vero che
vivono ciascuna di vita propria, le Goldberg hanno anche la necessità di essere eseguite interamente, nella sequenza
sapientissima di rimandi, di geometrie interne, di alternanza tra preludio, seconda variazione più dinamica e canone, come
terza variazione di ogni triade. Proprio come il fianco del nostro intatto Duomo non sarebbe lo stesso se ogni arco fosse
separato dagli altri, bello, armonico in se stesso, ma isolato da una architettura più grande che tutti li racchiude.
Perciò, ecco nata l'idea della sfida con Bach, dell'impresa di mangiare questa enorme mucca tutta in una serata, in 80
minuti di ininterrotta proposta musicale.
Pianisti giovani, per lo più, di talento sicuro, ma che non hanno quasi nessuno tutte le Goldberg nel repertorio: per alcuni
è stato anzi un approccio nuovo, e solo la divisione di questo straordinario e impegnativo monumento può fare loro dire
"ho suonato le Goldberg".
Le Goldberg sono racchiuse da un'Aria, eseguita all'inizio e ripetuta, tale e quale, al termine de viaggio all'interno di
questa cattedrale; un'Aria semplice quanto affascinante, le cui note del basso (della mano sinistra) sono il tema oggetto
delle variazioni. Un basso costituito da 32 note, di cui la prima e l'ultima sono la stessa, ripetuta: un microcosmo in cui
si riflette l'intera struttura delle Goldberg. E molte altre corrispondenze strutturali, rimandi interni, simmetrie e sviluppi
ordinati si potrebbero elencare, all'interno di questa opera del genio bachiano. Ma non si tratta di un elegante e sterile
gioco matematico, di una prova di virtuosismo compositivo. Accanto ad esso, e anche attraverso esso si mostra la poesia del
razionalismo in musica, il fascino del bello ordinato e simmetrico, proprio come in una Cattedrale, e la poesia tout court,
la possibilità, per questa musica, di evocare emozioni, di consentire all'ascoltatore di attribuire significati, persino la
capacità di evocare e accompagnare emozioni totalmente difformi l'una dall'altra Basti pensare all'uso delle Goldberg (dell'Aria,
soprattutto) in film diversissimi, per seguire vicende assolutamente disparate, come nel Silenzio degli innocenti e
nel sequel Hannibal, ne Il paziente inglese o ne Il silenzio di Ingmar Bergman.
L'Aria e la sua ripetizione finale, oltre alla prima triade di variazioni, saranno eseguite dal nome certamente più noto tra
tutti i pianisti presenti: Andrea Bacchetti, ottimo interprete non solo bachiano e personaggio anche televisivo, ospite
fisso delle trasmissioni in tarda sera di Piero Chiambretti. Bacchetti è stato già ospite della GMI modenese agli inizi della
sua brillante carriera.
Facendo uso delle sue originali e apprezzate capacità didattiche, Bacchetti introdurrà anche le Variazioni Goldberg e non
disdegnerà di intervenire tra l'uno e l'altro dei 10 pianisti che si alterneranno.
Questa la "tabella di marcia" per i dieci pianisti che si susseguiranno, e le variazioni affidate a ciascuno di essi.
Quasi tutti giovanissimi, quasi tutti modenesi, quasi tutti ex
allievi dell'Istituto Vecchi Tonelli. Tutti pianisti "classici", ad eccezione di Stefano Calzolari, che peraltro
esegue l'ultima triade di variazioni, due delle quai sono un po' eccentriche rispetto alle altre, essendo elaborazioni da
parte di Bach di canzoni e melodie del folklore tedesco.