Quasi mille persone hanno applaudito l'altra sera Uto Ughi, il celebre violinista bustocco che si è esibito in un grande concerto sul palco del Galleria. Uno spettacolo che ha impreziosito con un tocco di musica colta la già ricca stagione del teatro di piazza San Magno.

Ughi, che ha da poco compiuto 74 anni, accompagnato dal pianista Andrea Bacchetti, ha eseguito una serie di brani che hanno messo in risalto tutto il suo talento e la sua tecnica virtuosistica: ad aprire il concerto la "Ciaccona" di Tomaso Antonio Vitali, autore settecentesco, seguita dalla Primavera di Beethoven. Poi, tra gli altri, il "Rondò capriccioso" di Camille Saint-Saens e la "Carmen fantasy" di Pablo de Sarasate.

Il maestro, apparso molto ispirato, ha tra l'altro accettato di buon grado di dialogare con il pubblico presentando personalmente tutti i brani e chiedendo a un certo punto addirittura cosa doveva fare: sono così risuonate anche le note della Primavera di Vivaldi e di un notturno di Chopin trascritto per violino.

Ughi, che ha suonato per quasi tutto il tempo con uno Stradivari del 1701, ha anche voluto fare ascoltare la differenza di suono con un altro prezioso strumento, un Guarneri del Gesù del 1744. Musica per palati fini? Non solo.

Resta il fatto che al termine è stato salutato con una standing ovation ed è stato richiamato due volte sul palco per dei bis. Lui, con una certa modestia, non ha voluto commentare le sue esecuzioni.
«In questo caso non sono io che devo parlare. Il giudizio lo dà chi ascolta».

E proprio chi c'era è uscito dal teatro con la consapevolezza di aver assistito a uno spettacolo unico.

Luca Nazari

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