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Andrea Bacchetti e l'emozione di interpretare Mendelssohn |
Il
terzo appuntamento del "Festival Cantelli", tenutosi gio-vedì scorso
presso il Teatro Coccia ha visto protagonista la musica di Mendelssohn e
di Martucci interpretata dall'Orche-stra del Festival Puccini di Torre del
Lago diretta da Massimilia-no Caldi, con solista Andrea Bacchetti. Una
scelta, quella di eseguire nel secondo tempo la prima fatica sinfonica del
mae-stro capuano - la Sinfonia op. 75 in Re minore - che si colloca tra
l'altro nel ciclo di esecuzioni in sua memoria nell'anno del centenario
dalla morte. Ben eseguita salvo qualche impreci-sione, è di grande
respiro e titanismo, debitrice diretta del sinfonismo tedesco che il
compositore ha sempre preso a modello: non solo quello più tradizionale
di Beethoven e, in certa misura, di Brahms, ma anche quello "progressista"
di Wagner, per un disegno com-plessivo riuscito (anche se può risultare,
all'orecchio di pragma-tici ascoltatori, peccatrice di una certa ostentata
corpulenza, tipica del sentimentalismo tar-doromantico). Il programma,
comunque, ha preso il via ex abrupto con la celebre op.25 di Mendelssohn,
il primo Concerto per Pianoforte. |
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all'orecchio diede consigli
pre-ziosissimi. Naturalmente con Berio non si parlava solo della sua musica: ascoltava tutto e ogni volta mi illuminava con il suo pensiero, che è stato per me un grandissimo "pilastro formativo" sotto ogni punto di vista. Con il maestro abbiamo parlato e lavorato molto anche sul repertorio con orchestra o con ensemble vari.
Erano un "unicum formativo", insieme alle partiture per strumento
solistico. Non ho però mai avuto l'occasione (e forse è mancato il tempo)
di studiarle per eseguirle e quindi di fatto poi le ho un po' trascurate.
Peccato!». Quando avevo 11 anni, al mio debutto a Milano con i Solisti Veneti, è salito sul palco uno spettatore che ha fatto "4note" sul pianoforte. Io ho improvvisato su quel "four-notes" per circa 20 minuti.
Mi piacciono molto i
grandi temi americani. Con i pianisti jazz Dado Moroni e Andrea Pozza ci
divertiamo spesso a suonare e improvvisare a 4 mani o a 2 pianoforti.
Alessandro Curini |
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Il pianista Andrea Bacchetti |
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hanno scoperto che avevo
l'orecchio assoluto: sentivo una frase musicale e la ripetevo
immediatamente al pianoforte. Andavo ai concerti e suonavo nella mia
testa nota per nota; ho imparato a leggere prima le note musicali delle
lettere dell'alfabe-to.Suonavo i concerti di Mozart cantando ad alta voce le parti
dell'orchestra. |
Curioso soprattutto come abbia influito l'insegnamento di Berio nel formare
non solo una certa "forma mentis" verso quel genere di avanguardia di cui
Berio era dotto maestro e di cui Bacchetti è finissimo interprete, ma
anche a contribuire ad una grande aper-tura mentale: essere interprete
variegato di Bach-Mendelssohn-Berio è una ardua impresa. E' con lui che abbiamo pensato al programma Bach-Berio. Le suite francesi o inglesi alternate con gli Encores o con Rounds. E poi: lo studio della Sequenza IV per pianoforte!
Un'esperienza straordinariamen-te bella, ma
difficile: lasciava il segno anche sul sistema nervo-so, tanto era
impegnativa! L'ho preparata con lui per molti anni: non andava mai bene,
mi cor-reggeva illustrandomela passo a passo, mi incoraggiava, sempre con
grande affetto. Dopo poche ore mi richiamò dal Giappone e con il telefono |