Da pochi giorni Sony ha pubblicato un nuovo progetto discografico di
Andrea Bacchetti, che ha inciso dieci Sonate di Domenico Scarlatti rintracciate in un codice di
manoscritti conservato a Venezia presso la Biblioteca Nazionale Marciana, e restaurato con il
contributo della genovese Banca Carige. Come bonus tracks Bacchetti incide anche quattro Sonate
di Antonio Soler. Qui di seguito pubblichiamo invece le recensioni dei suoi ultimi due dischi,
dedicati a Bach e Marcello.
Con quest'incisione delle sei Suites Francesi, il giovane pianista genovese Bacchetti si
conferma come maturo e autorevole interprete di Bach: trasparenza e solidità, controllo ed
espressività si compenetrano e si equilibrano con risultati sorprendenti per chiarezza comunicativa
e fascino sonoro. Nessuna fretta, nessuna voglia di stupire con la propria bravura; ed è proprio
qui, la bravura: dalla pacatezza delle sarabande, dove ogni nota sembra sprigionare un canto
pur nella sua assoluta nudità, e anche le fioriture dei ritornelli sono sempre fatte con misura;
al fluire liscio come l'olio tipico delle correnti (si ascolti in particolare quella in mi maggiore,
che pare liquida), alla semplicità disarmante di gavotte e minuetti (citiamo almeno il Minuetto
in si minore, che pare il distillato aristocratico di una melodia popolare).
L'andamento sempre
equilibrato mette in condizione di capire e godere tutta l'architettura del discorso: il
pianoforte è usato con molta appropriatezza, addirittura rinunciando spesso a "legati"
che pure sarebbero più agevoli per l'esecutore, ma toglierebbero nitore e simmetria all'insieme:
come risultato, non sembra che ci siano due mani, né tantomeno canto e accompagnamento, ma due,
tre, quattro voci alla pari.
Esemplari in questo senso le gighe, meccanismi oliati alla perfezione,
dove le nervature della scrittura sono sempre evidenti e gli intrecci scoperti: al tempo stesso,
potendo giocare sulla gamma di intensità del pianoforte alcuni brani diventano esplosioni di luce,
fra tutti la giga in sol maggiore, mentre altri (come l'allemanda in mi maggiore) assecondano
benissimo 1'illusione di polifonia con cui spesso Bach riesce ad arricchire le voci singole
creando echi interni di rara bellezza.
Elisabetta Fava
Benedetto Marcello
Piano Sonatas
pianoforte Andrea Bacchetti
RCA
Johann Sebastian Bach
Suites francesi
pianoforte Andrea Bacchetti
SONY
Domenico Scarlatti
The Scarlatti restored manuscript
pianoforte Andrea Bacchetti
RCA
Da anni il pianismo di Andrea Bacchetti si caratterizza per l'esplorazione in campi musicali
poco battuti. La discografia del giovane artista genovese è illuminante. Varie le registrazioni
dedicate a Bach (in primis, le Variazioni Goldberg realizzate anche in video) e diverse
le "riscoperte" in ambito italiano. Bacchetti è partito qualche anno fa da Cherubini,
per pasare poi a Galuppi e, nelle scorse settimane, ha aggiunto una ulteriore tappa nella
riscoperta del sonatismo nostrano con un disco per la RCA dedicato a Benedetto Marcello.
Lo stesso Bacchetti ha curato con Mario Marcarini l'edizione critica delle fonti manoscritte.
Musicista raffinato, penna ironica e pungente
(si pensi al libello umoristico
Il Teatro alla moda, divertente presa in giro del mondo teatrale del suo tempo),
Benedetto Marcello (1686-1739), nobile e "dilettante di musica" ha lasciato una
interessante produzione che spazia in vari campi. Alla tastiera ha dedicato diverse sonate che,
in pieno gusto barocco, variano liberamente per quanto riguarda la loro struttura interna,
l'articolazione e il numero dei movimenti. Bacchetti propone una lettura interessante,
limpida e personale di cinque Sonate oltre a due Minuetti. Esecuzioni che consentono di aprire
una nuova finestra su un repertorio vastissimo del quale ancora oggi si conosce probabilmente
solo una limitata parte.
Roberto Iovino